Titolo

ALBERTO CASTELVECCHI: Il tema potrebbe incentrarsi sul non aspettare di declinare il tempo futuro: «Il futuro è adesso», non solo perché siamo soggetti a un’accelerazione tecnologica e sociale per cui non facciamo quasi in tempo a pensare a qualcosa in prospettiva, che il futuro ci ha già scavalcato a destra e a sinistra, ma proprio perché questo “iperpresente” dipende da un nostro atteggiamento esistenziale.

 PIER LUIGI CELLI: Potremmo pensare a un titolo più fresco, giovane, poetico. Per esempio, Ancora non lo so.

AC: Ancora non lo so potrebbe essere adatto. È un titolo poetico idoneo a un dialogo con dei giovani su temi come futuro, professione, mestieri. O anche Ancora per poco non lo so. Pensate che volevo pubblicare il prossimo anno un libro intitolato Manuale di cazzeggio creativo, perché alcune delle intuizioni più brillanti che ho avuto nella vita sono nate davanti a un bicchiere di vino in un’osteria.

PLC: Abbiamo pubblicato un libro una volta, intitolato I capi. L’arte del comando spiegata al popolo. È nato una sera in osteria: io e Franco Gonnella, davanti a una bottiglia di vino, andavamo avanti a scrivere bevendo. Alla fine della serata avevamo pronti due racconti.

AC: Io mi ricordo un tipo speciale che era il “capo collo”, quella figura di capo intermedio che nelle aziende si frappone tra l’elemento decisionale e quello esecutivo…

PLC: … e poi c’erano il capo indiano, il capitano Kirk, il capo di bestiame.

AC: Voi capite che un libro sul management di quel tipo – il capo collo, il capo indiano, il capitano Kirk, il capo di bestiame… – nasce solo in osteria, non è che possa nascere alla Bocconi.

 

Dialogo tra Alberto Castelvecchi e Pier Luigi Celli
(da Il Titolo, “Come si maneggia il mondo” – 2009, AlibertiCastelvecchi)

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